Poker e psicologia: leggere il linguaggio del corpo.
Il giocatore che ti siede di fronte porta una mano al collo e con l’indice gioca con il labbro inferiore. Un altro poggia i gomiti sulla tavola e, come per apprestarsi a pregare, unisce i polpastrelli delle mani. L’ultimo guarda le sue carte e, immediatamente, gli occhi gli corrono alle chips.
Bene, il primo è molto insicuro della sua mano, il secondo ha (o almeno ne è convinto) delle ottime carte, il terzo non solo ha una buona mano ma ha anche deciso di rilanciare e sta valutando di quanto.
Se te ne sei accorto, hai già forti indizi per “leggere” i tuoi avversari e un grandissimo vantaggio per decidere se lanciarti alla conquista del piatto o deporre le armi alla prima “bettata”.
È la psicologia del poker, o almeno la lettura del linguaggio del corpo applicato al tavolo verde. D’altra parte è risaputo che la gestualità, i tic nervosi ed altri segnali come la sudorazione, possono tradire lo stato psico-fisico di una persona. E questo, al tavolo da gioco, è una vera manna dal cielo.
Perché gli input “corporali” trasmessi inconsciamente dagli avversari (i cosiddetti Tells, così si chiamano questi segnali nel poker) possano aiutare le nostre decisioni, sono indispensabili due requisiti: la decodifica di questi segnali e una profondissima capacità di osservazione, senza la quale i consigli di questo post risulteranno totalmente inutili.
Ecco una serie di consigli per leggere i tells dal linguaggio del corpo, al tavolo da poker.
Primo: non basta osservare il fenomeno una sola volta, ma bisogna metterlo in correlazione con i comportamenti tenuti fino a quel momento da quel dato giocatore (cosa ha fatto nelle altre occasioni, quando era titubante, quando ha bluffato, quando ha avuto quella coppia servita, quando ha rincorso un punto che non è arrivato?).
Secondo: generalmente i cambiamenti repentini (si zittisce o incespica, avvicina il corpo al tavolo, allarga le gambe …) possono essere l’avvisaglia di un buon punto, mentre comportamenti troppo presuntuosi, da “sbruffone” o che ostentano sicurezza, possono invece essere la barriera dietro cui mascherare una mano debole.
Terzo: se un giocatore, dopo aver puntato, guarda sfrontatamente l’avversario negli occhi, è molto probabile che non abbia grandi carte e che stia soltanto cercando di intimorirlo. Molto probabile non significa certo, attenzione. In questi casi, leggasi sopra, un grande aiuto può essere dato dal comportamento del giocatore nelle mani precedenti.
Quarto: il volto è una zona molto sensibile che il corpo tende, inconsciamente, a proteggere in condizioni di pericolo. Quando? Ad esempio in un bluff, quando il rischio di essere scoperto porta il giocatore a schermarsi il viso con le mani, coprirsi le guance, la bocca, il mento o simili. La risposta fisica ad un bisogno di sicurezza più forte della parte consapevole. Stessa indicazione possono darle le braccia che cingono il busto o l’allontanamento del corpo dal bordo del tavolo da gioco (si prendono le “distanze” dal potenziale pericolo).
Quinto: sudore, mani tremanti, balbettio di mani, accavallamento dell gambe: tutte manifestazioni di insicurezza o, viceversa, dell’emozione di avere tra le mani un punteggio ottimo. La lettura esatta potrà darla solo il contesto, l’intuito personale e l’incastro di uno di questi elementi con altri segnali tipici del giocatore (che nel corso del gioco dovreste aver imparato a conoscere almeno un pochino).
Sesto: alcuni giocatori sembrano disinteressati al gioco, vagano con lo sguardo per la sala, giochicchiano con un lembo dei vestiti? Fate scattare l’allarme rosso e prestate particolare attenzione al loro gioco: è possibile che abbiano già chiuso un punteggio coi fiocchi e cerchino di sembrare inoffensivi per poi “rubarvi” il più possibile senza lanciarvi segnali d’allerta. E invece, a saperlo, è proprio quello che stanno facendo.
Settimo: gli occhi. Sono lo specchio dell’anima, direbbe qualcuno. Io invece dico semplicemente di prestarvi attenzione. Se si strofinano gli occhi o si restringono le pupille: segno di difficoltà. Se si dilatano o si aggrottano le sopracciglia: segno di sicurezza.
Questi sono solo gli indizi più palesi che il linguaggio del corpo può svelare ai giocatori di poker ma, naturalmente, ne esistono un’infinità, e molto più sottili. Se non siete psicologi o professionisti, sarà molto difficile carpirli agli altri giocatori, ma può essere molto più facile utilizzarli per depistare gli avversari che tendono a farlo con voi.
Oltre a variare molto il vostro gioco, cercate di controllare ogni sensazione e reazione: in questo modo riuscirete a spiazzare anche gli avversari che sanno leggervi un full in una goccia di sudore. Perché, ricordatevelo, le zingare non sono le uniche a saper leggere le mani.
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